Molti di voi sapranno che l’Inpdap non esiste più dopo il decreto Salva Italia di recente emanazione, ma le sue funzioni esistono tutt’ora e sono state trasferite sotto il controllo dell’INPS, fra esse vi è anche il prestito Inpdap. Vediamo nel dettaglio a chi si rivolge e in cosa consistono le varie soluzione offerte.
I prestiti Inpdap si rivolgono soltanto ai dipendenti pubblici che per averne diritto devono quindi essere iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici. Esistono 3 tipologie di soluzioni finanziarie offerte a seconda delle necessità del richiedente: Piccoli Prestiti, Prestiti Pluriennali Diretti e Prestiti Pluriennali Garantiti.
I Piccoli Prestiti si rivolgono sopratutto a coloro che hanno necessità di sopperire alle quotidiane spese di natura domestica come la spesa, le bollette, un problema medico non previsto e via discorrendo. Essi hanno una durata che va dai 2 ai 4 anni e non è richiesta alcuna documentazione di spesa. Le somme accordate invece sono variabili a seconda del profilo creditizio del richiedente e alla durata del finanziamento.
Quando si presenta una necessità personale o familiare più grave, che richiede quindi una spesa maggiore, è possibile richiedere i Prestiti Pluriennali Diretti che hanno una durata superiore (da 6 a 10 anni) e possono essere molto più consistenti rispetto ai piccoli prestiti. Essi però hanno anche requisiti più rigidi per essere concessi, ad esempio il richiedente deve avere un contratto a tempo indeterminato oppure, se è a tempo determinato, deve avere una durata di almeno 3 anni e le rate devono essere rimborsate entro il termine del contratto, usando come garanzia anche il tfr.In più è necessario fornire una documentazione concreta sulla causa della necessità.
I Prestiti Pluriennali Garantiti invece si erogano a fronte dei rischi di: decesso dell’iscritto prima che sia estinta la cessione; cessazione dal servizio senza diritto a pensione; riduzione dello stipendio del cedente. Essi hanno durata da 5 a 10 anni e non richiedono alcuna documentazione scritta se non un certificato medico di buona salute del richiedente.